Il Centro di Documentazione Europea (CDE) “Altiero Spinelli” in vista delle prossime elezioni europee ha redatto un questionario per valutare la conoscenza che gli utenti della Biblioteca “E. Barone” e del CDE hanno dell’Unione europea. Il questionario è stato distribuito tra febbraio e marzo fisicamente ai tavoli di lettura e ritirato dopo circa un’ora. I risultati purtroppo sono stati deludenti.
Sono stati oggetto di analisi 354 questionari compilati. La quantità del campione è stata ripresa da precedenti esperienze svolte in biblioteca. Il questionario è stato somministrato dal 5 febbraio 2024 al 8 marzo 2024 dopo essere stato sottoposto preliminarmente ai nostri studenti collaboratori, al fine di raccogliere osservazioni sulla chiarezza delle domande, la facilità di compilazione ecc. Dopo la somministrazione di prova, messe a punto alcune criticità, siamo passati alla somministrazione effettiva.
L’indagine valutativa ha utilizzato una tecnica di tipo quantitativo, basata su domande a risposta chiusa (forniscono un insieme limitato di opzioni di risposta tra cui il rispondente deve scegliere) che permette di organizzare i risultati in grafici e diagrammi. Abbiamo evitato la tecnica qualitativa (che prevede un’interazione con gli utenti basata sul linguaggio naturale al fine di rilevare bisogni latenti e opinioni) proprio perché ci interessava conoscere quanta conoscenza ci fosse, quanto ciò di cui si parla nei TG (per semplificare) sia conosciuto. L’indagine qualitativa viene in parte recuperata in tre domande in cui la risposta costituisce di per sé un’opinione.
Il questionario è stato così strutturato:
In prima pagina una parte introduttiva con cinque moduli:
- l primo e il secondo con i campi descrittivi della categoria degli intervistati (nazionalità, facoltà frequentata, età, anno di prima immatricolazione, livello di studi)
- Il terzo dedicato al modo in cui ci si informa (o non ci si informa) sull’UE
- Il quarto e il quinto chiedono se si è partecipato a programmi dedicati ai giovani e/o studenti e se la legislazione dell’Unione europea ha avuto impatto sulla vita di tutti i giorni
Il cuore del questionario è costituito da venti domande a risposta unica per testare il livello di conoscenza della storia, della struttura e di alcune politiche dell’UE, più una ventunesima volta scegliere tra tre possibilità del futuro dell’Unione.
Si ringraziano Alessandra De Rose, Marco Benvenuti, Maurizio Boccacci Mariani, Maurizio Franzini, professori della facoltà di Economia della Sapienza Università di Roma, per l’aiuto nella stesura delle
domande.
CONCLUSIONI
1 – L’indagine ci dice chiaramente che più di un quarto degli studenti, per la maggior parte
tra i 19 e 26 anni, non si informa sull’UE e che un numero leggermente superiore si informa
esclusivamente attraverso i canali social mentre circa un 15% lo fa attraverso la TV. Ci dice
anche che nessun utente ha risposto esattamente a tutte le 20 domande, che la maggior
parte degli utenti ha dato tra le 6 risposte esatte e le 12 risposte esatte. Queste percentuali
all’incirca valgono anche per gli studenti stranieri.
2 – La stampa come canale informativo ha assunto un ruolo marginale ma l’informazione
che passa attraverso di essa (da sola e in abbinamento con i canali social) produce al suo
interno la più alta percentuale di utenti informati.
3 – All’interno del gruppo di facoltà in cui lo studio del funzionamento e della legislazione
europea è necessario, la percentuale di coloro che hanno risposto a più della metà delle
domande effettivamente sale ma solo al 35%. Tra gli argomenti di attualità il blocco
ambiente è quello meglio conosciuto, pochissimi (6%) hanno risposto esattamente a tutte e
tre le domande più legate all’attualità.
Neanche gli studi universitari vengono a colmare la lacuna di una cattiva informazione
personale.
4 – L’Unione europea sembra molto lontana: la grande maggioranza degli intervistati non
ha usufruito di programmi europei né ha cognizione dell’impatto della legislazione europea
sulla vita quotidiana. Il dato paradossale è che 24 dei 38 intervistati che hanno usufruito di
programmi europei (per lo più Erasmus) ha comunque risposto di non aver cognizione
dell’impatto della legislazione europea sulla propria vita.
5 – Infine Il 57% dei favorevoli ad un rafforzamento dell’UE sembra un buon risultato. Però
sommando quanti ne vorrebbero lo scioglimento (9%), le non risposte (18%) e quanti
vorrebbero mantenere lo status quo (16%) si arriva ad un 43% che non vuole un
rafforzamento dell’Unione. Poiché i valori del livello di conoscenza tra chi vuole un aumento
dell’integrazione e chi vuole lo scioglimento sono equivalenti, c’è da pensare che chi vuole
lo scioglimento dell’Unione lo faccia a ragion veduta.
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